“Tutti quanti abbiamo il dovere di protestare contro i tagli alla cultura. E’ una questione trasversale che travalica gli schieramenti politici. In questo Paese tutto si sta appiattendo molto dal punto di vista culturale”. E’ quanto dichiara l’attrice Stefania Rocca al Giornale dello Spettacolo, a proposito delle manifestazioni per la Vertenza Spettacolo, promosse dall’Agis in tutta Italia.
“Questi tagli – continua la Rocca - negano la necessità dello scambio culturale al cinema, a teatro e nei vari spettacoli. Per non parlare del problema occupazionale: quanta gente sta rimanendo a casa senza lavoro?”.
Attualmente a Roma, ma in procinto di partire per la Puglia dove girerà “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini, l’attrice si dice preoccupata che “sia venuta meno la possibilità di sperimentare qualcosa di nuovo. Era difficile farlo prima, perché non c’erano molti soldi. Adesso, invece, diventa pressoché impossibile. Il reference system in qualche maniera sfavorisce gli esordienti. Temo che non ci sarà più un’evoluzione. A chi verrà passato il testimone? In più, temo che stia venendo meno l’idea di sostenere una cultura che porti le persone a socializzare. Un’altra espressione dell’individualismo dominante la nostra società”.
Quanto alle prospettive dell’industria cinematografica, per Stefania Rocca “le fiction non bastano a garantire l’occupazione…l’unica speranza è la coproduzione con l’Europa. E’ ad un cinema paneuropeo cui dobbiamo iniziare a guardare tutti”. Infine, un affondo contro gli organi di informazione. “Sulle copertine delle riviste abbondano i servizi sui film americani o stranieri, mentre il nostro lavoro viene trascurato. Forse vendono più copie, ma questo basta a dimostrare come il nostro cinema non sia amato da parte della stampa in generale”.
E ancora: “la televisione in Italia non aiuta il cinema, né il teatro né le altre forme di intrattenimento. Come lo crei uno star system e come attiri le persone verso il nostro lavoro? E non è strano pensare che se mancano i soldi per il cinema e per il teatro italiano, è la televisione a beneficiarne in un certo senso perché la gente potrà vedere gli spettacoli nazionali solo attraverso quel mezzo?”
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